Giorno 5
La COP10 si è conclusa il 10 febbraio e gli Stati membri si sono concentrati principalmente sull'articolo 18 della FCTC, relativo alla protezione dell'impatto ambientale della coltivazione, della fabbricazione, del consumo e dello smaltimento dei rifiuti del tabacco combustibile. Un'occasione mancata è stata la mancata nomina, da parte della COP10, di un gruppo di lavoro sulle "strategie di riduzione del danno da tabacco", parte integrante dell'articolo 1(d) della FCTC. I governi di diversi Paesi caraibici hanno esortato le parti a nominare formalmente un gruppo di lavoro di questo tipo, per "imparare dalle migliori pratiche delle misure di comprovata efficacia per la salute pubblica".
Parimenti, la COP10 non è riuscita a favorire un autentico impegno da parte di più soggetti. Anche in questo caso, il gruppo di stakeholder "invisibile" della COP10 è stato quello degli 1,1 miliardi di fumatori adulti di sigarette nel mondo. Sebbene l'inclusione di gruppi di giovani nella COP10 debba essere accolta con favore, la Svezia, che sta per diventare libera dal fumo, ha dimostrato che è possibile impedire ai giovani di iniziare a fumare, aiutando anche gli adulti a trovare un percorso più sicuro per allontanarsi dal fumo tradizionale.
La COP10 è stata ancora una volta incentrata sull'esclusione e sulla non differenziazione dei rischi e dei danni del tabacco. Eppure, le malattie, le disabilità e i decessi prematuri legati al tabacco combustibile restano di gran lunga il problema sanitario più grave al mondo, con 8 milioni di morti all'anno. Come ha dimostrato la Svezia, misure ragionevoli di riduzione del danno da tabacco hanno la capacità di salvare milioni di vite. Per la COP11, continuiamo a sostenere l'inclusione, l'impegno e la corretta differenziazione dei rischi basata sulla scienza, per un'elaborazione politica responsabile ed efficace.